Autori
«Lì in condizioni difficili ho conosciuto una dimensione nuova che era il mondo popolare. Da quel momento ho sempre avuto l’idea di un debito» (De Seta in Fofi, Volpi 1999, p. 9).
Lì è un campo di concentramento tedesco in Austria dove il ventenne Vittorio De Seta trascorre due anni della sua vita fino all’aprile del ‘45. È, anche, da questo “debito”, dall’orrore della guerra vissuto in prima persona da cui eredita una sorta di obbligo morale verso gli ultimi – i dimenticati potremmo dire citando uno dei suoi titoli più famosi – che nascono i suoi primi documentari degli anni ’50. È cioè dopo questa esperienza traumatica che De Seta si avvicina al cinema e, significativamente, il primo contatto avviene proprio grazie all’amicizia con i ragazzi siciliani della Panaria Film, appassionati di pesca e pionieri del cinema documentario subacqueo in 35mm.
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