Mito/Racconto

I contrasti del pensiero meridiano

La dialettica Mito e Racconto incornicia alcune delle forme tipiche del pensiero meridiano: il rituale, le tradizioni popolari, l’epica della vita quotidiana. Tali forme sono state indagate e restituite dal cinema documentario prodotto tra la fine degli anni Quaranta e la fine degli anni Sessanta attraverso la rappresentazione di un paesaggio visivo sfocato e dinamico che incornicia un singolare attrito tra presente e passato, tra memoria e testimonianza.

L’insieme dei contrasti, anche estremi, che il territorio dell’Italia meridionale porta con sé è foriero di innovative riflessioni sulla complessità del Sud della penisola. Il mito, inteso nell’accezione di sistema di modi e pratiche culturali, emerge in tutta la sua potenza evocativa e creativa in opere documentarie relative a feste religiose, spettacoli di tradizione popolare, architetture classiche.

Stili Espressivi

Utilizzando diversi stili espressivi, autori come, ad esempio, De Seta, Saitta, Alliata, documentano il mistero della devozione durante le feste patronali, si immergono nella furia vitale e bellicosa dei burattini e dei Paladini, contemplano la maestosa vertigine dei templi e delle rovine.

Relazione Mito/Racconto

LA DIMENSIONE EPICA

I due poli – mito/racconto –, infine, si compenetrano l’uno nell’altro, facendo recuperare, nella densità visiva dei registi interessati alla dimensione epica del Sud Italia, il fitto intreccio tra naturale, culturale e simbolico caratterizzante, ancora oggi, il meridione della penisola. Ai grandi nomi, si aggiunge l’’analisi dei materiali provenienti dagli home movies, che consente di intendere in modo nuovo tale dialettica mitico/narrativa, aprendola a una riflessione sul rapporto tra spazi privati, riti, luoghi e occasioni pubbliche.

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